LA CRESCITA DEL BAMBINO

LA CRESCITA DEL BAMBINO

Ufficio Comunicazione Gruppo Data Medica

Capire se e quando preoccuparsi

La crescita staturo-ponderale è l’aspetto più caratteristico dell’età evolutiva ed è un indicatore fondamentale della “salute” del bambino, dalla sua nascita all’età adulta.
Anche se una semplice valutazione visiva permette già di cogliere le deviazioni più significative dalla “normalità”, è sempre necessaria una rilevazione accurata delle dimensioni e delle proporzioni corporee (statura, peso, statura da seduto, stadi puberali, ecc…) che andranno confrontate con le relative “curve di normalità”.

Ma cosa s’intende per “Crescita”?

La crescita staturo-ponderale non va intesa solo come variazione di questi parametri, ma come un sistema che comprende anche l’evoluzione psicosociale ed affettiva del bambino e le sue interazioni con l’ambiente che lo circonda. È fondamentale quindi che il pediatra, oltre a conoscere le caratteristiche biologiche dei processi accrescitivi e a valutare le influenze che esse possono subire da alterazioni nutrizionistiche, endocrinologiche, genetiche, neuropsichiche e sociologiche, abbia la capacità di interagire con i bambini stessi e gli adolescenti, e sviluppi una particolare attitudine a collaborare con tutti coloro che se ne occupano: genitori, insegnanti, personale sanitario, allenatori, assistenti sociali.

Cosa devono fare i genitori se hanno l’impressione che il loro figlio presenti un disturbo della crescita?

Durante l’età evolutiva quasi tutte le malattie, ed in particolare quelle endocrinologiche, hanno effetti negativi sul processo della crescita e dello sviluppo puberale, quindi è necessario che il bambino venga periodicamente valutato.
Per i primi tre anni di vita è obbligatoria una valutazione almeno annuale, effettuata dai pediatri di famiglia.
Successivamente, pur non essendoci l’obbligatorietà, è opportuno che il bambino venga controllato periodicamente al fine di evidenziare la presenza di una eventuale alterazione del “ritmo” di crescita, che richiede un approfondimento accurato. Va tenuto presente che la crescita e lo sviluppo sono regolati dall’interazione tra i sistemi endocrino e nervoso, attraverso la secrezione di “ormoni” e “neurormoni”, e che un’alterata secrezione da parte di un sistema influenza in maniera rilevante la secrezione dell’altro e viceversa, per cui la valutazione deve essere accurata e globale.
Il riscontro di un ritmo/velocità di crescita regolare permette già di escludere delle alterazioni secretive ormonali significative. Va poi segnalato che è possibile calcolare, anche se con qualche limite di precisione, le caratteristiche genetiche staturali del bambino in esame (target genetico), per cui un bambino con ritmo di crescita regolare e una statura adulta ipotizzabile nel “target genetico”, difficilmente presenta alterazioni endocrine.

Se alla prima valutazione venisse evidenziata una alterazione del ritmo di crescita, quali potrebbero essere le cause?

In questo caso è necessario innanzitutto escludere malattie dei vari apparati ed organi, diagnosticabili attraverso una visita medica accurata o con alcuni accertamenti specifici, per esempio una malattia importante di tipo genetico, una malattia grave del rene e del fegato, un malassorbimento intestinale tipo la celiachia, un ritardo costituzionale semplice della crescita e dello sviluppo puberale.
Una volta escluse queste malattie l’attenzione del medico sarà rivolta alle patologie endocrine ed in particolare alla funzionalità tiroidea che, in caso di alterazione, sarebbe facilmente trattabile con particolare efficacia anche sulla ripresa di una crescita normale.
Per ultimo il medico passerà alla valutazione della secrezione di ormone della crescita.
Quest’ultima patologia, ben curata negli ultimi anni grazie alla disponibilità di ormone della crescita sintetico e privo di effetti collaterali, è però decisamente rara ed è diagnosticabile solo mediante l’esecuzione di test farmacologici non del tutto privi di effetti collaterali, che è opportuno vengano eseguiti solo in casi correttamente valutati in precedenza.
La terapia con ormone della crescita va riservata, per decreto legislativo, ai soli bambini che sono realmente affetti da mancata secrezione di questo ormone.
L’uso estensivo a bambini normali per la secrezione di ormone della crescita, oltre a non essere possibile per legge, non risulta aver determinato effetti positivi rilevanti sulla statura finale dei pazienti.

Ci sono delle indagini che potrebbero essere eseguite prima della valutazione clinica endocrino-auxologica per favorire la formulazione di un giudizio clinico abbastanza accurato?

L’unica indagine che può risultare utile per la formulazione di un giudizio accurato è la valutazione dell’età biologica del bambino, ottenibile mediante esecuzione di una radiografia della mano e del polso per valutare l’età ossea (mano sinistra nei destrimani e mano destra nei mancini).
L’età ossea in effetti risulta essere notevolmente ritardata in bambini con malattie croniche, con alterata funzionalità tiroidea e con nanismo ipofisario. Va però tenuto presente che essa è un po’ ritardata anche in bambini con ritardo semplice della crescita e dello sviluppo puberale, per cui è sempre necessaria una valutazione clinica accurata del bambino per dare il giusto significato al riscontro radiologico.

Tratto da Medicina Moderna n°05
Professor Franco Rigon
Pediatra

Laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Pediatria e in Endocrinologia presso l’Università di Padova.
Si occupa prevalentemente di Auxologia (scienza che studia lo sviluppo del bambino), di Pediatria e di Endocrinologia. È Professore Associato di Pediatria dal 1985 ed è stato responsabile del Servizio di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica presso il Dipartimento di Pediatria dell’Università di Padova fino alla pensione, da quando esercita la libera professione presso il Poliambulatorio Euganea Medica di Albignasego.

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